sabato 6 novembre 2010

Gentile Scribacchino della Gazzetta del Pienogiorno

Gentile scribacchino della Gazzetta del Pienogiorno,
le scrivo per dir niente.
Solo cinque minuti fa mi trovai a passare in via degli speranzosi al numero mille e tre, dovendomi recare dal droghiere a comprare le supposte per la melanconia ridens, malattia che purtroppo mi affliggeva già dal mattino presto.
Me ne camminavo tra le massaie in festa assorto dai dubbi se fosse più appropriato al mercoledì un calzino blu alla maniera di Armando o uno a pois rigati in stile dolce gabbato e per mia grave fortuna non mi accorsi del muro che ostinatamente mi ostruiva il passaggio. La caparbietà del mattone calcestruzzato non meritava un ripensamento dell’ultimo secondo così decisi di premiarlo con una sonora capocciata.
E poi al risveglio dal mio finto svenimento...quando si dice il casio. Cos’era quel caracollare di frizzi e lazzi parolati, accezioni da filodrammati - cì (salute! Grazie!), lunghe liste di rinnegati, la rivincita dei bistrattati. Incisioni di argonauti o pazzie di letterati?
Stava lì, proprio lì appiccicato, lì gridato ed infatuato degli occhi tutti che han guardato un manifesto assai curioso: “La speciale intrattenimenti omissis omissis omissis è lieta di presentare omissis omissis il caffè surreale!”
Che nuova è mai questa! Proprio io , un amante di soppiatto della bevanda scura! Io che ho bevuto marocchino in Venessuela e caffè bollente servito da un pinguino, ignorare l’esistenza di tale luogo senza patria dove gustare disgustato tale intruglio novità. Scorro con gli occhi, le dita, il cuore, quasi mi arrampico con le genocchia artritiche. Scopro giungle urbane seminote, mi perdo consciamente tra subacquei senza canoa, tifosi di vanti passati, orologiai nani, fornitori di ciglia abusive, marmocchi furibondi etcetera et cetra.
Eurecco caffeina deliziosa risvegliarmi dai miei sonnacchiosi qui quo qua. Cosa dirle direttore, decisione revocabile è presa. Sarò cavaliere con la macchia della neonata lingua fru fru. Costruzioni astromitiche di periodi senza filtro, punteggiature esotiche, fantomatici verbi, ammassi sanguinolenti di se ma può darsi che e sottotutto matrimoni d’interesse con annessa copula senza amore tra sostantivi frigidi ed iperboli aggettivali.
Questa missiva è un invito non scritto, anche a nome della speciale intrattenimenti, a tutti i nostalgici della parola seminascosti che avevan perso strada e speranza tutto d’un colpo.
Senza fede
Patente Esente

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